Situazione difficilissima in Sicilia: le capre sono costrette a bere fango. La immagini sono diventate virali sui social network.
Le immagini pubblicate di recente sui social network mostrano centinaia di capre costrette a bere fango da un laghetto artificiale a causa della sete e del gran caldo. In questi giorni, infatti, la situazione meteo in Sicilia è alquanto complicata. Si registrano punte di 35-38 gradi, in alcuni casi si sfiorano anche i 40.
Di quel piccolo laghetto è rimasto ben poco, le capre si accontentano del fango, così come evidente in alcune immagini immortalate in provincia di Caltanissetta. Le conseguenze della siccità in Sicilia si fanno sentire, ma i danni sono enormi. Il problema della carenza di acqua è ormai un problema strutturale che ha oltrepassato l’emergenza.
La situazione allarmante mostra la Sicilia in condizioni sempre più disperate per la carenza di acqua. A lanciare il grido d’allarme è Luca Cammarata, titolare dell’azienda agricola biologica di Caltanissetta. Le sue immagini sono diventate virali e mostrano le conseguenze di questa problematica sempre più grave. “Chiediamo al prefetto l’intervento dell’esercito. Chiediamo che ci portino l’acqua, ma che avvenga subito, senza aspettare altre riunioni, altri vertici. Perché i nostri animali stanno morendo e i costi per noi sono insostenibili“, commenta l’imprenditore agricolo.
Lo scenario in Sicilia è gravissimo, l’ondata di siccità non si arresta e negli ultimi decenni è aumentato in maniera esponenziale. Proprio per questo, di conseguenza, la Regione Sicilia ha chiesto all’Unione Europea e al Ministero della sovranità agricola, alimentare e forestale di porre rimedio a questa situazione.
L’assenza di precipitazioni, anche durante i periodi dell’anno maggiormente piovosi, ha provocato delle drastiche decisioni. Si è necessario, per cause di forza maggiore, il razionamento idrico in tantissimi comuni fra le province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani.
Il caldo e l’anticiclone africano non fanno altro che peggiorare una situazione precaria e assolutamente oltre i limiti. I bacini sono sempre più asciutti e il settore agricolo stima una media di perdite pari al 50% della produzione. I dati sono destinati ad aumentare in assenza di precipitazioni estive: si potrebbe raggiungere addirittura il 75%, un dato ancora più allarmante e segno inequivocabile di una emergenza che non ha fine.
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