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E’ questo il grande problema del conto cointestato: ormai tutti lo stanno chiudendo

Sono tante le persone che optano per un conto cointestato, pensando che sia vantaggioso, ma ci sono aspetti negativi da non sottovalutare.

Le coppie quando decidono di andare a convivere optano spesso per un conto cointestato, anche senza essere sposate, così da poter condividere i guadagni dell’altro e avere accesso senza particolari problemi ai soldi. Si tratta di una soluzione che spesso è diffusa anche tra genitori e figli, sia quando questi sono ancora giovani e si desidera tenere d’occhio come amministrano le finanze, sia quando sono mamma e papà a essere anziani e non hanno la possibilità di fare alcune operazioni facilmente.

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Tante coppie optano per il conto cointestato Ilcorrieredelleregioni.it

Le modalità tra cui scegliere, anche se molti non lo sanno, sono due. Si può optare per la firma congiunta, in cui le operazioni devono essere autorizzate da entrambe le parti, o per quella disgiunta, dove ognuno può compiere le operazioni individualmente. Attenzione, però, chi agisce in questo modo deve farlo subito, non si può in un secondo momento inserire un secondo intestatario al conto corrente.

Non solo vantaggi nel conto cointestato: ecco tutto quello che c’è da sapere

Avere un conto cointestato consente innanzitutto di risparmiare sulle spese di gestione, che potrebbero essere previste se si dovessero avere conti separati (tante coppie optano per questa soluzione, pur mantenendone uno intestato a proprio nome). Si ha inoltre modo di poter gestire facilmente i soldi se dovessero verificarsi imprevisti.

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Non sempre è possibile prelevare liberamente Ilcorrieredelleregioni.it

Ci sono però anche dei possibili rischi che sarebbe bene poter presenti prima di agire in questo modo e andare incontro a sorprese poco piacevoli. Di norma si presuppone che il saldo sia di proprietà al 50% di entrambi i titolari, anche se la situazione può cambiare se ad alimentarlo dovesse essere un solo coniuge (lavora solo uno dei due) o se si è in regime di separazione dei beni. In questo caso, infatti, secondo una recente sentenza, il saldo spetta integralmente al coniuge che ha alimentato il conto corrente.

In una coppia possono comunque esserci differenze di guadagno, in questo caso è prevalentemente un coniuge, ma non l’unico, ad alimentare il conto cointestato. In ogni caso, la divisione deve essere proporzionata alla quota di ciascuno. Non si devono invece tenere presenti queste suddivisioni se i coniugi sono in comunione dei beni, anche se è solo uno dei due a versare denaro.

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Periodicamente l’Agenzia delle Entrate effettua controlli sui conti ANSA FOTO Ilcorrieredelleregioni.it

L’Agenzia delle Entrate effettua inoltre spesso una serie di controlli, in modo particolare a questo genere di conti corrente. La verifica riguarda nella maggior parte delle situazioni la regolarità del prelievo IRPEF, così da verificare se ci siano illeciti. Non si può poi escludere la possibilità di andare incontro a un pignoramento, altra circostanza che può essere problematica per entrambi e che può esserci se uno dei due titolari risulta essere inadempiente.

A richiederlo può essere un creditore che ha la necessità di recuperare la somma che gli spetta, anche se a effettuare l’operazione è la banca, che dispone del denaro per conto del correntista. Se si dovesse arrivare a questo punto, il pignoramento riguarda solo la quota del correntista inadempiente, l’altro può avere comunque accesso al denaro. Ci sono situazioni in cui è l’istituto di credito stesso a prevedere il pignoramento, se ha la necessità di ottenere un credito.

Occhio infine a non andare incontro all’accusa di appropriazione indebita. Questa può essere contestata quando uno dei due intestatari preleva di più di quanto previsto nella sua parte. Non si tratta però di qualcosa che può essere contestato da un coniuge all’altro.

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